mercoledì 19 giugno 2013

IL GSE SI PRESENTA AL SENATO

Prezzi dell’energia elettrica, loro comparazione con gli altri paesi UE, una ‘istantanea’ sugli oneri di sistema e le diverse componenti della bolletta elettrica, l’andamento della quota dei energie rinnovabili ;questi alcuni degli argomenti presentati ieri dal GSE (Gestore Servizi Energetici) nel corso della sua audizione alla X Commissione del Senato - Industria, Commercio, Turismo.
Diamo una rapida occhiata agli argomenti più interessanti presentati:
Partiamo con lo scorporo delle componenti della bolletta elettrica, realizzato sulla base delle indicazioni dell’Autorità. A marzo 2013 una bolletta di una famiglia tipo era costituita per oltre la metà (52,77%) dalla componente ‘Approvvigionamento e commercializzazione’, costituita cioè dal prezzo vero e proprio dell’energia, dal prezzo di dispacciamento, ecc.
Come si nota nel grafico, la componente relativa alla ‘Trasmissione, Distribuzione e Misura’ è in percentuale pari al 14,65%, ed è costituita per gran parte (in questo caso per utenze domestiche in BT) dagli oneri di distribuzione. Le imposte risultano essere pari al 13,35%. La parte della bolletta nell’occhio del ciclone negli scorsi 12-18 mesi è quella relativa agli ‘Oneri generali di sistema’: si tratta di una quota del 19,23% del totale, ma non tutta è componente A3. Questa riguarda il 90,61% degli oneri di sistema. L’altro 9,4% fa riferimento alla promozione dell’efficienza energetica, alle spese per lo smantellamento delle centrali nucleari, a regimi tariffari speciali, ecc.
Se volessimo considerare per questa famiglia tipo una spesa annuale per l’elettricitàdi 511 € (2.700 kWh al prezzo di 0,18-0,19 €/kWh), sarebbe di 89 € (non 94 come è indicato nel grafico GSE) quella spesa attribuibile alla componente A3, comunemente imputabile alle sole “rinnovabili”. Ma dentro questa cifra abbiamo anche la parte relativa alle fonti assimilate Cip6, cioè di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da combustibili di processo o residui (termovalorizzatori) o recuperi di energia, nonché impianti alimentati da combustibili fossili. Quindi incentivi che con le rinnovabili non c’entrano nulla e mai considerati espressamente dalla normativa europea in materia energetica. Il contributo in bolletta per le assimilate, sebbene oggi in netta diminuzione, non è indicato esplicitamente. Possiamo però desumerlo. Nel 2012, sempre secondo i grafici GSE, sono ricaduti in bolletta per le assimilate oneri per 755 milioni di euro (si indica 900 milioni in altra parte delle slide), che sul totale del fabbisogno economico nel 2012 per la A3, pari a 9,918 miliardi, sarebbero circa il 7,6%. Un dato un po’ a spanne che ci dice che quegli 89 euro, si riducono a circa 82 €, quello il denaro che va per le vere rinnovabili. Ovvero, sul totale di quella bolletta tipo (511 €) gli incentivi per le rinnovabili sarebbero pari al 16%, poco meno di 7 € a famiglia ogni mese.

Altro dato interessante è la quota di rinnovabili elettriche sul consumo finale lordo. Questa nel 2012 ha toccato quasi il 28% (92,4 TWh a fine dicembre 2012, di cui il 20% da fotovoltaico), ben oltre l’obiettivo del PAN (Piano di Azione Nazionale per le rinnovabili) che per il 2020 prevedeva il 26,4% con 99 TWh. La SEN (la Strategia Energetica Nazionale) ha invece un obiettivo per le rinnovabili elettriche del 35-38%, con un consumo di circa 130 TWh. Consideriamo che quest’anno abbiamo già superato una producibilità di 100 TWh/annuali da FER. E mancano ancora sette anni a quell’obiettivo.
Altri grafici evidenziano il cambiamento della struttura dell’offerta elettrica in Italia e riguardano i prezzi medi di vendita in Borsa dell’energia elettrica (i più elevati nell’UE, anche se con tendenza al ribasso) e l’andamento del prezzo medio orario dell’energia scambiata in Borsa tra il 2006 e il 2013 soprattutto nella fascia oraria dalle 9 alle 20 (in cui si ha più della metà dell’energia scambiata): grazie alla presenza del fotovoltaico e delle altre rinnovabili questo prezzo si abbassaconsiderevolmente, fino al 40%. Di contro si registra un aumento del prezzo nelle fasce orarie 1-8 e 21-24. Ecco dunque un esempio di come cambia la curva del prezzo orario in due giorni feriali di maggio 2006 e maggio 2013.
Altro elemento, o effetto, che illustra il cambiamento in atto nel mercato elettrico: le ore di funzionamento dei cicli combinati passano da una media annuale di 4.120 nel 2007 a 2.633 nel 2011; stimiamo anche meno nel 2012 e 2013.

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