giovedì 30 maggio 2013

fotovoltaico 2013: impianti a tetto..convengono davvero?

Ad oggi sembra che il fotovoltaico in Italia possa ritornare ad avere un mercato da un gigawatt l'anno entro il 2015, per superare gli 1,5 GW al 2017. Se però il rischio di regolazioni avverse che c'è nell'aria in queste ultime settimane si concretizzasse, il settore potrebbe essere quasi annichilito, non superando un paio di centinaia di megawatt all'anno.
Il solare FV può farcela senza incentivi, ma come spesso accade l'incertezza legislativa getta nel panico gli operatori di settore, impedendo nel contempo l'affermarsi di un modello basato sulla generazione distribuita, che, oltre a dare ossigeno e occupazione alle filiere interessate - accumuli, rinnovabili, tecnologie per la smart grid - alleggerirebbe i costi per il sistema elettrico, diminuendo il bisogno di nuove infrastrutture.
Vi ricordiamo che la market parity non è assolutamente raggiunta, cioè l'energia prodotta con il FV non è pienamente competitiva sul mercato elettrico all'ingrosso, in diverse zone del paese invece è già in grid parity: ossia, conviene già prodursi l'elettricità con il sole anziché acquistarla dalla rete, dato che l'energia acquistata dalla rete è gravata da tasse, oneri di sistema e servizi di rete e misura, che complessivamente pesano per il 46% del costo del kWh in bolletta (rispettivamente 12%, 19% e 15% del costo finale).
Oggi sembra che fare fotovoltaico dopo la fine degli incentivi voglia dire basarsi sull'autoconsumo o sulla vendita diretta “dietro al contatore”, esempio tipico l'impianto installato sul tetto di un attività produttiva o commerciale. 
Questa visione però sembra già bloccata da ostacoli normativi, leggasi le ipotesi ventilate dall'Autorità per l'Energia di riformare la disciplina dello scambio sul posto e delle reti private quali i sistemi efficienti di utenza (SEU), nel senso di far pagare oneri di sistema all'energia venduta o autoconsumata dietro al contatore
Se i suggerimenti dell'Aeeg venissero accolti dal legislatore, e dunque l'autoconsumo, gravato dagli oneri di sistema e dai costi di misura, divenisse meno conveniente, per il fotvoltaico su tetto (e per il FV in generale) sarebbe un colpo letale: la previsione di Tommaso Barbetti sul mercato del fotovoltaico italiano in caso di normativa avversa è sintetizzata nel grafico che è stato riportato sul portale QUAL'ENERGIA.
Ma in realtà il colpo alla generazione distribuita è già stato inferto con le ipotesi inserite nei documenti di consultazione Aeeg che, mascherate da regole tecniche, contengono decisioni che influiranno seriamente sulla politica energetica nazionale....andiamo a scoprirlo!
Negli ultimi due DCO – il 183/2013 e il 209/2013 - sui SEU - definizione che comprende l'impianto sul tetto di casa come quello da 20 MW sul tetto di un soggetto terzo - l'Autorità, oltre a proporre al Legislatore di far pagare gli oneri di sistema anche sull'energia autoconsumata, dà una serie di disposizioni tecniche che, ponendo le basi per far pagare gli oneri sull'autoconsumo, impongono già da subito costi e complicazioni alla generazione distribuita. 
Ora una persona che lavora da anni nel fotovoltaico potrebbe tranquillamente affermare che anche questa volta l'Autorità compie di fatto scelte di politica energetica e tra l’altro in contrasto con la recentissima Strategia Energetica Nazionale. 
In Italia non sembra esserci pace per il fotovoltaico, che continua a cambiare rotta continuamente.
Concludiamo con questa provocazione:
Nel 2011/2012 l'orientamento del fotovoltaico, era quello di abbandonare gli impianti a terra per spostarsi sui impianti a tetti per Autoconsumo..ora nel 2013 paradossalmente le nuove regole spingono il FV verso i grandi impianti a terra, mettendo a rischio l'affermarsi di un modello basato sulla generazione distribuita, che, oltre a dare ossigeno e occupazione alle filiere interessate, alleggerirebbe i costi per il sistema elettrico...
Lasciamo a voi ogni commento..

Ufficio Stampa : S&Q
Fonti: Qual'energia

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