giovedì 13 gennaio 2011

kyoto, rinnovabili e Nucleare...

Negli ultimi decenni, mentre nel mondo si diffondeva l’allarme per possibili effetti catastrofici del riscaldamento globale, si è assistito a un fenomeno paradossale: il ruolo globale delle fonti energetiche responsabili delle emissioni di CO2 è cresciuto, mentre quello del nucleare e delle rinnovabili è sceso. Nel decennio tra il 1997 e il 2007 l'energia elettrica con carbone, olio e gas è salita dal 63,1 % al 68,2 % del totale. Al contrario il nucleare è sceso dal 17,2 al 13,8 per cento. Le energie rinnovabili (compreso l’idroelettrico) sono calate dal 20 al 18,4 % (dati EIA).
Tra le energie rinnovabili il ruolo dell’energia eolica e del solare è cresciuto ma resta ancora assai limitato: nel 2007 l’eolico contribuiva per lo 0,8 per cento alla produzione di energia elettrica mondiale, il solare per lo 0,4 per mille. Partendo da valori così bassi, anche immaginando tassi di crescita elevati, è difficile ipotizzare che il problema del riscaldamento globale possa essere risolto puntando soltanto sullo sviluppo delle energie rinnovabili.
La quota di energia elettrica di fonte nucleare (13,8% a livello mondiale) è calata negli ultimi vent’anni, perché l’incidente di Chernobyl ha causato un forte danno di immagine al settore e un drastico rallentamento nell’ordinazione di nuovi centrali. Ma negli ultimi anni si assiste a un’inversione di tendenza. All’inizio del 2010 nel mondo c’erano in costruzione 55 reattori nucleari in 15 paesi diversi e in molti altri sono in corso le procedure per ottenere le licenze.Ogni paese fonda le proprie scelte energetiche su considerazioni tecniche, economiche, geopolitiche, ma il peso del problema ambientale sta crescendo.

Sistemi&Qualità

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